Abbattere le tariffe delle prestazioni significa abbatterne anche la qualità e non solo

Fondamentale il dialogo tra Ministero della Salute e categorie erogatrici per aggiustare il tiro sul nuovo Tariffario Nazionale

 

Ormai non è più un segreto per nessuno, tantomeno per chi in sanità ci lavora e ci mette la faccia coi pazienti ogni giorno: i ticket sono destinati a sparire. E’ l’obiettivo del Ministero della Sanità che giustifica questa operazione come un segno di modernità, ormai necessario per stare al passo con i tempi e con gli altri Paesi, che non toccherà le tasche dei cittadini, così si racconta, almeno quelli più fragili (gli over 65 e chi ha l’esenzione per reddito o patologia), anche economicamente. Detta così, sembrerebbe tutto a posto, ma in realtà qualche preoccupazione c’è e ci deve essere sia nei cittadini che negli erogatori delle prestazioni. Perché le persone fragili, a livello sociale, non sono solo i malati e gli anziani: oggi è socialmente “fragile” tutta quella generazione di 30 e 40enni che lottano quotidianamente per tenersi stretto un lavoro quando ce l’hanno, per la maggior parte precario. Persone che faticano ad arrivare a fine mese, a mantenere la propria famiglia, a pagare il mutuo. Persone che nel correre quotidiano, spesso tralasciano persino un aspetto importante per la propria salute, che è quello della prevenzione; non hanno tempo e nemmeno soldi. Un’altra riflessione va poi fatta sul concetto di taglio: i ticket valgono circa 3 miliardi a livello nazionale e circa 300 milioni a livello regionale. Se spariscono, cos’altro potrà rimpinguare le casse dello Stato? La vita ci insegna, infatti, che se si taglia da una parte, bisogna recuperare dall’altra. E dove è quest’altra parte? Detto fatto: il tariffario nazionale. Vale a dire sforbiciate alle tariffe delle prestazioni erogate, senza tener conto del valore delle tecnologie e soprattutto delle professionalità che vengono messe in campo per garantire qualità nel servizio erogato e senza valutare le conseguenze sull’occupazione che tutto questo comporterebbe.

Facciamo qualche numero per far capire meglio di cosa si parla: una Rx della colonna cervicale con studio dinamico, secondo il nuovo tariffario, andrà a costare 18,08 euro; una mammografia monolaterale 22,98 euro; una Rx del torace (radiografia standard del torace in 2 proiezioni posteroanteriore e laterolaterale) 15,49 euro; le prime visite 22,00 euro; le visite di controllo costano 16,22 euro, un elettrocardiogramma 11,62 euro. Di fronte a questa situazione, in cui si rischia davvero di mettere a repentaglio la qualità dei servizi, hanno alzato la voce alcune società scientifiche, tra cui la Società Italiana di Radiologia che rappresenta tutti i radiologi. La S.I.R.M ha ribadito come il tariffario non abbia mai avuto in questi ultimi decenni un doveroso aggiornamento.

Basti pensare che per il gruppo di prestazioni di radiologia tradizionale il valore tariffario proposto è quello di 30 anni fa, mentre le prestazioni afferenti all’ecografia e all’ecocolordoppler, il valore tariffario proposto è quello di 20 anni fa. Per quanto riguarda invece le prestazioni con la TAC o Risonanza Magnetica il valore tariffario “deve necessariamente tener conto della tecnologia posseduta più complessa e all’avanguardia. Un incremento, quest’ultimo che deve considerare l’impegno professionale nettamente aumentato, non fosse altro per il maggior numero di immagini da processare e valutare. Anche Federanisap (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) ha espresso una forte posizione critica in merito alla proposta del nuovo tariffario ed ha chiesto al Ministero della Salute di modificare anche per la riabilitazione, almeno una trentina di prestazioni giudicate sotto remunerative: non si è tenuto conto, infatti, dei costi diretti e indiretti e delle apparecchiature. In particolare, delle 30 prestazioni di cui si è chiesta una modifica in 26 il tariffario non tiene conto nemmeno dei costi diretti del personale. Vediamo ad esempio alcune tariffe per capire meglio: una prima visita di medicina fisica e riabilitazione è valutata 22,00 euro; la visita di controllo scende a 16,22 euro; una valutazione funzionale globale con l’utilizzo di strumenti di misura validati viene valutata 14,00 euro; la rieducazione motoria individuale 12,35 euro; per la rieducazione individuale del linguaggio relativa alle funzioni della voce e dell’eloquio (seduta della durata di almeno 30 minuti) la tariffa proposta è di 12,50 euro.

Per quanto riguarda poi gli esami di medicina di laboratorio le tariffe sono state decurtate mediamente del 25/30 % e, anche in questo caso, senza aver effettuato alcuna analisi e valutazione dei costi, fissi e variabili, relativi alle prestazioni stesse.

Il Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin è stata resa edotta sulle conseguenze che questa manovra avrà non solo sull’attività delle strutture sanitarie private, ma anche su quelle del comparto pubblico, anch’esse gravemente penalizzate dalle tariffe proposte.

Le strutture sanitarie private, come si sa, costituiscono l’elemento di raccordo più immediato e capillare tra il cittadino e il Servizio Sanitario Nazionale consentendo con la sua attività il giornaliero soddisfacimento delle richieste assistenziali.

È fondamentale che il tariffario che si sta costruendo sia il risultato non solo di un confronto tra il Ministero e le categorie coinvolte in quanto erogatrici di servizi, ma che le stesse vengano anche ascoltate in modo da poter tutelare ancora meglio la salute dei cittadini a cui devono essere garantite prestazioni di qualità.

Questo è quello che il Ministero in questi giorni sta preparando in maniera improvvida, superficiale e prevaricatrice.

È doveroso però far sapere ai cittadini veneti che la Regione in cui vivono, operano e si curano ha un proprio Nomenclatore Tariffario che consente agli operatori tutti di continuare ad erogare i servizi con dignità in quanto le tariffe da questo riconosciute sono il risultato di un’attenta ed approfondita analisi di tutti gli elementi di costo.

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